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Facebook: tutti a caccia dello stupratore

Il gruppo si chiama Find the Sale Rapist (trova lo stupratore del negozio) e contiene le immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza di un criminale accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza a Manchester lo scorso agosto.
L’uomo è descritto sui 40, 50 anni pericoloso e si domanda di avvertire subito la polizia in caso di avvistamento. Il gruppo conta già quasi 5.400 membri ed è stato fondato dal fidanzato della giovane vittima, dopo un pubblico appello, attraverso i media tradizionali, rimasto infruttuoso. “L’appello su Facebook può essere facilmente visto da migliaia di persone” dichiara l’autore del gruppo “e soprattutto tantissima gente ha potuto conoscere i crimini commessi da quest’uomo e può guardarsi facilmente da lui”.
Facebook è un mezzo sempre più potente nella comunicazione odierna, al punto che è più usato delle e-mail e per alcuni imprudenti è stato la causa del licenziamento in tronco.

Jessica, il motore del nuovo Button Una modella dietro la rinascita di Jenson

Nel giro di una notte la Gran Bretagna si risveglia con due campioni e un improvviso amore sfrenato per la Formula Uno. Non c'è più solo Lewis Hamilton, il primatista, il bambino prodigio e il primo uomo di colore alla guida di una monoposto.

Adesso, con il team Brawn GP, c'è anche mister Jenson Button, il figliol prodigo tornato all'ovile, quello che prima era solo una bella faccia sotto il casco e un bel fisico sotto la tuta. Quello che nessuno prendeva sul serio. Lo hanno accusato di tutto: di essere un donnaiolo impenitente, di studiare le curve delle sue ragazze più di quelle dei circuiti, di preferire la spiaggia alla pista e ai test pre-gara. «E' già finito a 29 anni», prevedeva una cassandra su un quotidiano inglese qualche tempo fa. «E' solo un playboy senza volontà», commentava qualcun altro.

E invece proprio quando la sua carriera sembrava al capolinea, bruciata tra le ceneri della Honda, eccolo sul podio a mandare baci al cielo, con i bookmaker che puntano su di lui per la vittoria del titolo mondiale. Ieri i giornali parlavano di «fairytale», la favola di Button, che da rospo si è trasformato in un principe. La principessa che ha reso possibile la "magia" si chiama Jessica Celeste Michibata, indossa lingerie sexy per mestiere, e domenica a Melbourne non è passata inosservata ai box. Modella 24enne, di padre argentino (con antenati italiani) e madre giapponese, nel Paese del Sol Levante è già famosissima.

Ha incontrato Button a Londra e il loro primo appuntamento è stato per una cena romantica al ristorante Nobu. Il giorno dopo la modella non ha perso tempo e ha postato su Facebook le foto con il pilota dichiarando di essere «al settimo cielo». Ora, quattro mesi dopo, se le speranze di Button si sono risollevate lo si deve proprio a lei, mormorano gli amici. E tanto per non smentire la sua fama da Dongiovanni appena vinta la gara il bel Jenson si è rifugiato nella saletta privata del paddock dell’Albert Park con la fidanzata, lasciando i cronisti ad attendere fuori per qualche minuto. Quando è uscito aveva l'aria soddisfatta, commenta il tabloid Sun, e ha candidamente ammesso: «L'atmosfera si è fatta bollente là dentro...».

La Michibata è pure riuscita a far impallidire la popolarità di Nicole Scherzinger, guarda caso, fidanzata del rivale Lewis Hamilton. E siccome quella delle bellezze a bordo pista è una gara nella gara il tabloid Sun si è impegnato a stilare una classifica delle prime dieci. In pole position c'è proprio la new entry Michibata che batte di cinque lunghezze la Pussycat Dolls. Per la Ferrari una magra consolazione: Jenni Dahlman, moglie di Kimi Raikkonen, è arrivata seconda.

Cercare l’ex fidanzato su Facebook

Lo sappiamo tutti, la tentazione è forte, ed è difficile resistere alla voglia di scoprire che faccia ha ora, cosa fa e con chi sta un amore del passato. La mania è scoppiata, e in tantissimi sono a caccia dell’ ex su Facebook.

Resistere o cedere? Alzi la mano chi non ha mai sentito questa tentazione! Quale è la vostra esperienza?


Facebook, il social network più trendy del momento fa riemergere amori del passato recente o remoto con una frequenza inimmaginabile.

La ricerca virtuale dell’ex spopola, spesso inizia davanti a un pc e si conclude lì, altre volte termina tra le braccia o tra le lenzuola del fidanzato venuto dal passato.

Ma cosa ci porta a cercare in rete i nostri fantasmi sentimentali? Il semplice desiderio di vedere come l’altro è cambiato oppure qualcosa in più?

Fondamentalmente al primo posto c’è la curiosità di sbirciare i cambiamenti dell’ex per vedere se è ancora così bello o ha messo su qualche chilo, ora ha gli occhiali o ha perso i capelli. In alcuni casi si spegne il computer quasi compiaciute che lui non sia più quel figone mozzafiato di qualche anno fa, altre volte nel notare la trasformazione da adolescente anatroccolo a meraviglioso cigno ci viene un pizzico di rimpianto almeno per quanto riguarda l’aspetto esteriore.

In molti casi però alla base di questa curiosità c’è qualcosa in più, che si mescola a sentimenti molto più indefiniti e profondi.

Cercare l’ex vuol dire tornare su cose e sentimenti passati, magari mai chiusi del tutto, e proprio per questo se si decide di fare un passo avanti (o meglio indietro) e chiedere il fatidico add a cui seguono ore di tribolazione in attesa che accolga la richiesta di amicizia, bisogna valutare bene la questione.

Prima di tutto c’è da chiedersi cosa si sta cercando. Se la risposta è “niente di che” allora via libera, perché per gestire un rapporto virtuale occorre prima di tutto assecondare la legge della leggerezza e del non farsi nessun tipo di aspettativa. Ricordate che lui potrebbe essere felicemente fidanzato con un’altra oppure potrebbe non gradire questo salto nel passato.

Se invece cercate qualcosa in più, fate molta attenzione e ripensate per un attimo ai motivi che hanno generato l’allontanamento. Stessa cosa vale se quello stracotto era lui, ne vale la pena rimettergli il tarlo nella testa proprio ora che se ne era liberato?

In ogni caso valutate anche il fattore rischio, e cioè che se siete in coppia con un altro, le vostre curiosità retroattive potrebbero generare gelosie e risentimenti nel partner, che scoprendo certi intrallazzi virtuali potrebbe non gradire particolarmente.

Occhio ragazze, il mondo virtuale alla fine non è poi così tanto virtuale!

fonte: pourfemme

Adobe a braccetto con Facebook. Microsoft Silverlight con MySpace

Facebook si allea con Adobe Systems per semplificare agli sviluppatori il modo in cui portare la tecnologia Flash alle Social Apps. Invece il social network rivale MySpace sposa Silverlight di Microsoft. A Web 2.0 Expo un’applicazione MySpace per Windows Mobile

Adobe Systems non ha ancora preparato una versione di Flash per iPhone, ma ha siglato una partnership con Facebook, per permettere agli sviluppator di portare la tecnologia Flash alle Social Apps.
Adobe ha lanciato un nuovo ActionScript 3.0, una client library per offrire risorse agli sviluppatori che stanno usando Flash sulla piattaforma developer di Facebook e su Facebook Connect, e inoltre promuoverà la possibilità di integrare Flash con le Api di Facebook' sul proprio sito.
Questa alleanza arriva come risposta ad un altro matrimonio, fra i rivali MySpace e Microsoft Silverlight: il social network concorrente di Facebook, MySpace, infatti sposa Silverlight di Microsoft.
L’annuncio odierno avviene in concomitanza del CTIA Wireless 2009 (Las Vegas, 1 – 3 aprile) e del Web 2.0 Expo (San Francisco, 31 marzo – 3 aprile), nel corso del quale MySpace e Microsoft presenteranno una sessione relativa all’uso di Silverlight sulla piattaforma Open di MySpace. La sessione della durata di 50 minuti si terrà giovedì 2 aprile e sarà incentrata su come gli sviluppatori possano creare applicazioni Silverlight su MySpace servendosi del kit Open Source per Silverlight lanciato per l’occasione.
La collaborazione tra Microsoft e MySpace ha l’obiettivo di sviluppare un’applicazione MySpace per Windows Mobile che sarà disponibile per il download a partire dall’estate prossima. L’applicazione è completamente ottimizzata con un’interfaccia che assicurerà il flusso di dati e contenuti multimediali agli utenti MySpace in movimento. L’applicazione integra le principali caratteristiche e funzionalità “social” di MySpace con il sistema operativo Windows per favorire l’accesso alla piattaforma in una veste familiare all’utente di Windows Mobile.
Facebook, in cui Microsoft ha investito 240 milioni di dollari oltre un anno fa, ha invece preferito il rivale Adobe Flash. Di recente, il sito del Presidente Usa Barack Obama, l'italiana Rai e le Olimpiadi di Pechino hanno preferito Silverlight (adesso in beta 3.0) rispetto a Flash.

fonte: VNUnet.it

Scrive su Facebook: "Il mio lavoro è noioso". Licenziata

Licenziata per aver scritto su Facebook che il suo lavoro era noioso. E' successo lunedì a una ragazza di 16 anni dell'Essex, Kimberley Swann, che ha perso il suo posto come segretaria presso una piccola azienda della sua città Clacton, la Ivell Marketing & Logistics, in seguito al commento sul suo profilo. La ragazza, che aveva iniziato a lavorare per l'azienda tre settimane prima, aveva scritto "Kimberley pensa che il suo lavoro sia noioso". Lunedì, arrivata in ufficio, ha ricevuto una lettera di licenziamento con effetto immediato, che adduceva come causa ai commenti su Facebook. "Non si dovrebbe essere molestati così al di fuori del lavoro - ha dichiarato la sedicenne - era solo un commento come tanti".

Immediata la polemica dei sindacati - I datori di lavoro non dovrebbero conoscere le conversazioni private dei dipendenti. "La maggior parte delle persone non si sognerebbe di seguire gli impiegati al pub per sentire se si lamentano del loro lavoro", ha detto Brendan Barber, direttore del Trade Union Congress. La ragazza non può avviare azioni legali perché era stata assunta meno di un mese prima del licenziamento. "Non volevamo che si parlasse della nostra azienda su Facebook - ha detto Stephen Ivell, fondatore della ditta - volevamo instaurare un rapporto duraturo con Kimberley, ma la sua mancanza di rispetto non lo rende più possibile"

Facebook è per le persone anziane

In questo articolo apparso sul Time viene proposta una tesi per cui FB sarebbe adatto alle persone di una certa età. Non ci credete? Ecco le motivazioni per te che non sei più giovane:


  1. FB serve per trovare persone di cui hai perso traccia. I non-giovani hanno molta più gente di cui si sono perse le tracce di un giovane, che è ancora in contatto coi suoi amici, compagni di scuola, ecc.
  2. Stai ancora aspettando che qualcuno ti telefoni, ma quelli che prima ti chiamavano adesso chiedono la tua amicizia su FB
  3. Non hai foto in cui sei ubriaco ad una festa mentre tieni bottiglie di birra in posizioni suggestive…
  4. FB non è solo un social network, è una rete aziendale.
  5. Sei pigro. Lavori, hai famiglia e figli e il tempo per cercare notizie da altri è poco.
  6. Sei abbastanza vecchio per fare in modo che le foto della scuola o della colonia estiva non ti rappresentano, per riconoscerti dovresti essere taggato.
  7. Hai dei figli. ogni genitore vuol mostrare le foto dei propri figli. FB è il modo milgiore per farlo.
  8. Sei troppo vecchio per ricordarti indirizzi email
  9. Non capisci come si usa twitter. Non lo conscepisci. FB è molto più semplice.
  10. Non sei cool, ma non ti importa. C’è stato un momento in cui non era bello esserre su FB, ma quel tempo è lontano

Facebook e msn, utili strumenti ma il web toglie realtà alla vita


Il web. Strumento sul quale tutti più o meno passiamo ore ed ore. utile o dannoso? Esagerazione o scoperta secolare? M'inserisco nel dibattito dopo aver letto il fondo di Massimiliano qualche giorno fa. Come sempre la risposta giusta per conto mio è la sintesi dei due opposti. Perché internet, facebook, messenger, e tutti questi strumenti nati da internet sono sicuramente geniali e perfino utili, ma l'abuso degli stessi toglie il gusto della concretezza delle cose. Prendiamo facebook. È la moda del momento. È uno degli strumenti più utilizzati sul web. ed è forse il mezzo d'evasione dalla realtà preferito da tantissime persone, me compreso. Scambi di foto, frasi, battute, messaggi, il tutto comodamente seduti, magari in ritagli di tempo nei quali senza internet sarebbe impossibile comunicare col mondo. Invece, la contemporaneità del click lavorativo e quello «dispersivo» rende tutto ciò possibile. È divertente, davvero. Si definisce «cazzeggio on-line» perché da un link all'altro finisci veramente ovunque; e poi ritrovi persone che erano nel cassetto più lontano della tua mente, oppure conosci persone che ti regalano un mondo nuovo o qualcosa di importante e che senza il web non avresti mai conosciuto. Pensate che proprio grazie alle pagine del Giornale ed internet ho conosciuto una persona stratosferica che adesso è un'ottima amica...

continua a leggere su uno dei link sottostanti:

ilgiornale.it

Primato Facebook, il primo sito ad essere più visitato del porno onLine

Cento milioni di utenti attivi su Facebook (ma è un dato non affidabile perchè la crescita del sito è continua) e non solo, ogni giorno spuntano tanti nuovi progetti di piattaforme sociali e servizi innovativi sempre più specifici per condividere link e risorse in piena filosofia web 2.0.

Si stima che siano circa 4.500.000 gli italiani che hanno un profilo su uno di questi siti, un numero impressionante che è arrivato a sorpassare addirittura il porno. Secondo la ricerca di Bill Tancer,direttore generale di Hitwise, importante agenzia di monitoraggio del web, pubblicata sul libro "Click: What Millions of People are Doing Online and Why It Matters", negli ultimi venti anni la ricerca di parole legate al mondo della pornografia è scesa dal 20% al 10%.

E (sorpresa!) sembra che siano proprio gli utenti tra i 18 e i 24 anni i meno interessati al porno. Anche i dati deducibili da Google confermano la teoria di Tancer e una rapida analisi dei risultati ottenuti comparando i termini sesso, porno, Myspace, Facebook e Youtube con il servizio Google Insight dimostra che l'interesse degli utenti per Myspace e YouTube ha superato negli ultimi quattro anni quello per sesso e porno (e siti relativi come YouPorne).

E in Italia? Dal 2004 ad oggi la parola YouTube si è letteralmente imposta sulle tendenze delle ricerche italiane, superando la parola porno nell'aprile del 2007.

Dichiara Bill Tancer su Repubblica.it "Con l'aumentare del traffico dei social network, i visitatori dei siti porno sono diminuiti. Trascorrendo così tanto tempo fra Youtube e Myspace i più giovani non hanno altro tempo a disposizione per visitare anche i siti per adulti" ma preferiscono passare più tempo a condividere opinioni e comunicare con amici virtuali sui social network.

ThePirateBay lancia una funzione per condividere file torrent su Facebook


ThePirateBay ha lanciato una nuova funzione che permette agli utenti di aggiungere i propri torrent preferiti su Facebook. Si tratta di una nuova iniziativa che segue il recente lancio di una VPN privata.

Da oggi, quando si naviga sul sito, gli utenti noteranno il pulsante “Share on Facebook”. Cliccando su questo pulsante sarà possibile aggiungere il torrent scelto sul proprio profilo utente, e chiunque, tra i propri contatti, potrà iniziare il download del file senza visitare il sito di ThePirateBay. Provate a verificare questa funzione su questo file torrent collegato ad una immagine di Ubuntu.

Ovviamente le industrie del divertimento non sono state molto contente di questa nuova iniziativa, soprattutto perchè sempre più spesso i social network, come appunto Facebook, sono utilizzati per la condivisione di file Torrent oppure per condividere tramite siti di file hosting come Rapidshare o Megaupload.

Via | Torrentfreak.com

Mamma inglese da Facebook finisce su sito porno

Qualcuno ha usato abusivamente le sue immagini. L'ex marito tempestato di telefonate di aspiranti clienti

LONDRA – Mettere le proprie foto su Facebook, per rimanere in contatto con gli amici sparsi per il mondo, può essere molto pericoloso. Lo sa bene Becky Spraggs, 22 anni, tre bambini piccoli e una vita tranquilla nell’Hertfordshire, in Inghilterra. Occhi azzurri, capelli biondi, un viso carino, Becky si è ritrovata ammiccante su FetLife, un sito porno canadese. Accanto alla sua foto le immagini di una donna, del tutto simile a lei, impegnata in atti sessuali: «Voglio essere usata e abusata», il messaggio più che esplicito.

RICHIESTE SESSUALI - Nel profilo, pubblicato dal sito, Spraggs si diceva «pronta a tutto» pur di diventare un’attrice porno e invitava i suoi ammiratori a chiamare il suo agente su un cellulare. Il numero, in verità, appartiene a Paul Farrow, suo ex partner e padre dei suoi figli. L’uomo, in pochi giorni, è stato subissato di richieste sessuali. Dapprima ha pensato a uno scherzo di una ragazzina innamorata di lui, poi ha chiamato Becky. «E’ incredibile – ha detto la donna al Daily Mail – che qualcuno mi possa aver fatto una cosa del genere». Becky ha messo le foto su Facebook un anno fa pensando che soltanto i suoi 167 amici potessero vederle.


RISCHI - La ragazza ignorava che invece il suo profilo era accessibile ai tre milioni di persone iscritte al London network. Lo scorso 28 giugno le immagini sono apparse su FetLife. «Mi sento totalmente in balia degli altri – si è sfogata Becky -. Se penso che ho messo on line anche le foto dei miei bambini che facevano il bagno e che dei pervertiti potrebbero averle prese, mi viene un brivido lungo la schiena. La gente non capisce a che rischi si espone quando va su Facebook». La ragazza si è rivolta alla polizia che si è dichiarata incompetente e le ha consigliato di fare riferimento all’Internet Watch Foundation, l’organismo britannico che vigila sugli abusi compiuti sul web. Inutili le email di reclamo spedite al sito porno. «Non mi hanno nemmeno risposto», ha detto Spraggs.

fonte: corriere

Facebook: Adotta una spiaggia in Sardegna. Il nuovo modo per difendere dagli abusi, anche pubblici!

Perchè non usare tecnologie moderne capaci di convogliare l'interesse di decine di migliaia di persone per fare qualcosa di pratico e soprattutto di utile?

E, dunque, ecco l'idea: "adottare" una spiaggia con l'obiettivo di promuoverne la bellezza, ma soprattutto per salvaguardarla da abusi.

Come fare tutto ciò?

Semplice. Monitorandola, scattando foto e partecipando a forum di discussione.

Le prime spiagge ad essere adottate sono state quelle sarde.

Tra le preferite dagli utenti, al momento, risulta essere anche il Poetto di Cagliari.

Vanno molto bene anche le spiagge di Chia, nel Cagliaritano, di Scivu e Piscinas, nel Sulcis Iglesiente, delle Bombarde di Alghero e altre.

Ma tra le molte, merita di essere citata anche la spiaggia Is Arutas al centro di un eco scandalo con la Commissione Europea che ha portato il nostro Paese davanti alla Corte di giustizia del Lussemburgo per "Violazione della direttiva europea 92/43/Cee relativa alla conservazione degli habitat della flora e fauna selvatiche".

Nell'area è stato infatti realizzato un insediamento turistico che avrebbe compromesso le caratteristiche ecologiche della zona.

Insomma questa è l'idea: realizzare un "grande fratello" per difendere la natura e per colpire chi delinque abusandone.

Utilizzare le meraviglie della tecnologia per sensibilizzare e responsabilizzarci nel ruolo che ci spetta, ossia quello di cittadini del mondo.

Cristiano De Amicis per UNONOTIZIE.IT

L'università del futuro, corso di laurea? In Facebook!

Il corso di Birmingham scandalizza i puristi. E gli studenti gelano i docenti: «Tutte cose che sappiamo benissimo»

Costerà circa 4000 sterline e inizierà ufficialmente solo dal prossimo anno accademico, ma il corso di laurea in social network fa già discutere. Promotrice dell’iniziativa è un’università di Birmingham, che, spiega, considera i nuovi media assolutamente indispensabili per insegnare marketing e comunicazione. Il ciclo di lezioni, che sarà curato dal professor Hickman, è stato lanciato in perfetto stile 2.0: sul sito dell’ateneo, infatti, è comparso da qualche giorno il video che ne illustra i vantaggi e le potenzialità. «Non è un corso per sfigati o maniaci del computer- spiega Hickman al Daily Telegraph- gli strumenti usati in questo corso saranno accessibili alla maggior parte della gente».

Fra le lezioni previste, anche quelle dedicate alla costruzione dei podcast e al settaggio dei blog. «Durante il corso- prosegue il docente- prenderemo in considerazione ciò che la gente può fare usando Facebook e Twitter, e come questo possa essere usato nella comunicazione e nel marketing». I puristi dello stile inglese, ovviamente, storcono il naso. Ma il professor Hickman gongola. Soprattutto perché, sostiene, Facebook verrà insegnato con la stessa serietà applicata alle altre materie, e perché il corso ha ricevuto il via libera dalle autorità competenti. Insomma: rispetta gli standard. «Le lezioni comprenderanno ricerche ed approfondimenti, criteri fondamentali. E’ un corso nuovo, ma la sua importanza è fuori discussione».

In realtà, sostengono in molti, di un nuovo approfondimento sui social media non si sentiva la mancanza. Facebook e gli altri siti 2.0, in questi giorni, sono sulle pagine di tutti i giornali. E i media che sono più facilmente gestibili sono stati superati dai nuovi esperimenti dei no global che preparano le sfilate anti-G20. «Gli organizzatori delle proteste - ha detto Stephenson, capo della polizia londinese- non solo stanno usando social network tradizionali, come Facebook, per mobilitare i loro sostenitori, ma ne hanno creati altri ex novo». Il corso dell’università di Birmingham, quindi, potrebbe nascere già vecchio, sorpassato dal popolo dei duri e puri del Web. I vertici dell’ateneo non la pensano allo stesso modo. Ma gli studenti sono scettici. «Praticamente tutti i contenuti del corso sono così semplici da poterli imparare da soli» dice Jamie Waterman, 20 anni. «Nella realtà, tutte queste cose, la gente le conosce già. Penso che sia solo uno spreco di risorse».

fonte: lastampa

l computer come una droga

È quanto afferma un sondaggio dell'Eurodap, che ha coinvolto 800 persone

Facebook? Una droga. Internet? Un'epidemia. I social network? Il diavolo in terra. Il computer? Un sostituto alla vita reale. Non è un bollettino di guerra, ma il risultato di un sondaggio dell'Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) che ha organizzato un sondaggio (che ha coinvolto 800 uomini e donne tra i 20 e 75 anni) sul rapporto che ci legga quotidianamente alla tecnologia.

Una ricostruzione preoccupante quella di Paola Vinciguerra, presidente dell'Eurodap, che fotografa così il fenomeno: per il 70% degli intervistati al di sotto dei 55 anni usare il Pc al di là dei motivi di lavoro per più di 2 ore al giorno è "normale, sano e indispensabile". Solo il 15%, non a caso compreso nella fascia di età più alta 55-75 anni, ne fa un uso più moderato e non lo considera un miglioramento per i rapporti sociali, ma solo uno strumento utile. Il rimanente 15%, pur non arrivando ai livelli dei 'maniaci del pc', è sulla stessa strada....

cotinua a leggere su facebook-italia

Anche il Governo cinguetta su Twitter

Per chi volesse sentire i cinguettii del Governo, da qualche ora è attivo l’apposito account su Twitter che aggiorna sulle novità dalla sala dei bottoni. Alcuni esempi direttamente dagli ultimi “twit”:

* Evasione fiscale: un nemico da sconfiggere
* Fisco. Il governo convince i contribuenti
* Assenteismo dipendenti pubblici: - 40 per cento!


L’account risulta per la verità essere attivo da tempo (in parallelo ad una omologa presenza su Facebook), anche se solo nelle ultime ore la cosa sembra aver raccolto un certo passaparola che ora sta portando anche su questo blog la segnalazione.

La domanda da porre, però, è: a cosa serve un canale di Twitter per informare delle attività del Governo? I mezzi possibili sono variegati e molteplici, tutti più rapidi e completi. Di per sé una informazione rapida ed incompleta sulle attività del Governo riduce a slogan qualcosa di ben più serio e composito.

L’iniziativa, insomma, lascia il tempo che trova. Come per il resto una moltitudine di improvvisati account su Facebook, o tutta una serie di blog lasciati in malora dopo pochi post promozionali. Ed è questa (è evidente) la cosa più bipartizan che può vantare la politica italiana: il disordinato approccio al Web.

Vivere la rete non significa solo esserci. Come abitare in un paese non significa solo averci la residenza.

[fonte: webnews.it]

Gruppo inquietante su Facebook, duri attacchi a Modica e Scicli

La vicenda dei cani randagi sta determinando anche situazioni infelici o, se si vuole, sgradite. Accade, infatti, che su Facebook , il social netwoork che sta impazzando su internet, è sorto un “gruppo” che ha toni inquietanti ma che ha già raccolto oltre 2200 adesioni da ogni parte del mondo. Il Gruppo è stato chiamato “Gli animali sono innocenti, i Comuni di Modica e di Scicli, no”. Non è tanto la denominazione ad inquitare quanto i toni utilizzati dall'ideatore (il gruppo è stato ideato a Roma ma il nome ed il cognome dell'autore sono siciliani), laddove si legge che “la soluzione non è sparare a vista ai randagi ma ai veri responsabili. Spargi la voce. Iniziamo a muoverci e a caricare i fucili”. L'interessato aggiunge anche. “Vedere una distesa di poveri cani in decomposizione non ha fatto altro che alimentare il mio odio. Odio che dobbiamo ritorcere contro i veri colpevoli”. C'è già chi non condividendo questo sistema, ha provato a contattare a Roma il promotore. Ma non ci sarebbe stato verso di farlo desistere. Eppure le regole di Facebook sono chiare: “Ogni commento è utile purchè non si parli male di altri” e qui la vicenda è più grave anche perchè i passaggi più pesanti del messaggio sono anche scritte in maiuscolo.

[fonte: radiortm.it]

Facebook pensa in grande si prepara a battere moneta

La comunità web più popolare vuole trasformarsi in un enorme mercato locale. L'annuncio - fatto da uno dei suoi sviluppatori - ha già scatanato le speculazioni. Ma c'è chi invita alla cautela

CON I SUOI 175 milioni di "abitanti", Facebook è ormai una comunità ben più popolosa di molti Stati. E chi pensa che un sito internet, per quando grande, non possa essere paragonato a una nazione, dovrà ricredersi se, come pare, Facebook acquisirà la prerogativa di battere moneta, trasformando un social network di grande successo in un enorme mercato globale.

La notizia l'ha data Gareth Davis, uno degli sviluppatori della compagnia, nel corso di una conferenza sui videogame. Intervenendo al GamesBeat di San Francisco, Davis ha confermato le voci di corridoio secondo le quali Facebook starebbe lavorando sull'idea di mettere a disposizione dei suoi utenti una valuta virtuale. "Ovviamente, si tratta di un'impresa notevole", ha chiarito Davis, "quindi ci vorrà molta attenzione".

L'annuncio ha dato il via alle speculazioni su quali cambiamenti una mossa del genere possa introdurre nel futuro del social network. Ovviamente, la notizia è stata accolta con una certa trepidazione dai numerosi sviluppatori che creano applicazioni per Facebook e che vedrebbero moltiplicate le proprie possibilità di guadagno. Già oggi gli utenti hanno la possibilità di acquistare versioni premium di questi software (in molti casi si tratta di giochi), ma il mercato è limitato dalla necessità di usare una carta di credito anche per piccole transazioni. Una valuta virtuale faciliterebbe i micropagamenti, aumentando le possibilità di guadagno degli sviluppatori. Ma porrebbe inevitabilmente il social network nel mirino del crimine informatico.

Ma c'è chi invita alla cautela: su CNet News, Caroline McCarthy ricorda il precedente del Facebook Wallet, del quale si parlò con insistenza quasi due anni fa. All'epoca sembrava che la compagnia stesse per lanciare da un momento all'altro un suo sistema di pagamento simile a PayPal. Allo scopo era stato assunto un pezzo grosso di Google, Benjamin Ling. Ma poi non se ne fece nulla.

Secondo gli analisti, il mercato mondiale di beni virtuali ha raggiunto il valore di 1,5 miliardi di dollari. Nate nell'ambiente dei giochi di ruolo online, le economie virtuali sono diventate un fenomeno molto popolare con l'esplosione di Second Life la cui moneta, il Linden Dollar, può essere scambiata con dollari reali in base a quotazioni stabilite giorno per giorno in un vero e proprio mercato dei cambi. Si stima che il prodotto interno lordo di Second Life nel 2007 abbia superato i 500 milioni di dollari.

fonte: repubblica.it

Miss Over Facebook: la sexy nonna è di Canicattì

C'è anche una splendida «nonna» originaria di Canicattì ma residente a Milano tra le bellezze in gara al concorso di bellezza Miss Over Facebook 2009, riservato alle bellezze non più ragazze ma che hanno mantenuto inalterato il loro fascino.

L'agrigentina in questione è Luisa Livatino, mamma di ragazza di 30 anni e nonna da 5 anni, ed è cugina di Rosario Livatino, il «giudice ragazzino» ucciso dalla mafia nel 1990 («Ma non l'ho mai conosciuto» precisa Luisa). Luisa è da poco stata licenziata dal centro di bellezza milanese presso cui lavorava ed ora fa la casalinga. Ma non è nuova al mondo della moda e dello spettacolo. Ha quasi 48 anni ma ha un fisico da fare invidia ad una ventenne. L'anno scorso è stata eletta Miss Nonna Italiana Sexy, nel 2007 invece è stata eletta Miss Nonna Eleganza, Miss Sottoveste Sexy e Miss Single d'Italia.

«Mi sono iscritta anche a Miss Over Facebook 2009 perché mi è stato proposto dall'organizzatore e l'iniziativa mi piace – spiega -. Nel tempo libero – racconta – amo passeggiare, viaggiare, andare in palestra collezionare tutto di Hello Kitty»

Iniziativa su Facebook: 60mila preservativi in vaticano

“Sono già più di 60.000 i giovani che su Facebook partecipano al tam-tam profilattico e che domani invieranno un preservativo ciascuno in Vaticano, dopo l’intervento del papa sull’ Aids”. Lo riferisce in un comunicato l’ ideatore dell’iniziativa, spiegando: “questo progetto nasce perché ritengo che le parole del papa sono di una gravità estrema e negano l’ importanza che il profilattico riveste nella lotta all’ AIDS ed alle MTS, le Malattie a Trasmissione Sessuale”. “Domani - prosegue la nota - sarà inviato dagli aderenti al gruppo di Facebook un preservativo in Vaticano, all’indirizzo Prefettura della Casa Pontificia 00120 Città del Vaticano”. “Questa iniziativa vuole essere - secondo i promotori - una pacifica provocazione: la trasmissione di un messaggio opposto a quello del papa che venga proprio dai giovani, probabilmente più vicini e interessati al problema delle malattie a trasmissione sessuale. La campagna di Facebook - conclude la nota - dall’Italia, si è diffusa in tutta Europa con migliaia di adesioni da Francia, Inghilterra, Germania, Austria e Bulgaria. Ed è ormai fuori Facebook e fuori dalla rete: se ne parla nelle scuole, Università, associazioni ed altri luoghi di incontro”.

fonte: ansa

Facebook si ritoccherà per ricucire con gli utenti scontenti

Agli utenti non sono piaciute le modifiche apportate al sito di social network, ma il Ceo non vuole rimuoverle. Facebook fa un piccolo passo indietro per trovare un compromesso. Novità anti-spam e polemica su Photo Stalker

Le modifiche al social network Facebook non erano piaciute agli utenti storici. ma il Ceo Mark Zuckerberg difende le novità e non vuole fare marcia indietro.
Facebook sta però cercando di ricucire con gli utenti scontenti: Christopher Cox, Director of Product di Facebook, ha scritto un post sul blog ufficiale per cercare di diradare le nubi all'orizzonte.
Gli aggiornamenti saranno un po' cambiati per venire incontro agli utenti (la massa critica che è la vera forza di Facebook), ma gli utenti devono capire lo spostamento dell'accento verso il dialogo in tempo reale e gli update come punto di accesso.
Insomma, niente dietrofront nè stravolgimenti (dopo la clamorosa inversione a U sui termini di servizio), ma qualche ritocchino, per ricucire con gli utenti fidelizzati.
Infine, per combattere lo spam, Facebook ha creato la pagina password reset. Inoltre Cnet avverte che Facebook ha chiesto di cambiare il nome all'applicazione detta Photo Stalker, che consente di mostrare foto anche agli esterni e non solo agli amici: l'applicazione non viola la privacy, ma ha un nome davvero provocatorio.

Facebook consentiva di diventare amministratori di qualsiasi cosa

E' stato scoperto un problema di sicurezza nel noto social network che consentiva a chiunque di diventare amministratore di una pagina.

Un problema tecnico presente sul sito Facebook.com, il noto portale di social network, ha permesso a un utente di diventare amministratore di diverse pagine senza avere nulla a che fare con i gruppi e i fan club interessati.

A scoprire la vulnerabilità, che potenzialmente avrebbe permesso a un malintenzionato di prendere possesso di pagine importanti e inviare messaggi agli ignari utenti, è stato Tom Krieglstein, fondatore dell'azienda Swift Kick che si occupa di tecnologie a Chicago, diventando per gioco amministratore di 17 pagine tra cui quella aziendale di Microsoft e delle compagnie aeree Southwest Airlines e American Airlines.

La possibilità di diventare amministratore della pagina di Star Wars, che contava oltre 825.000 fan, ha consentito a Krieglstein di inviare agli utenti iscritti un messaggio.

Dopo segnalazione, Facebook ha subito preso provvedimenti disattivando i privilegi all'utente e correggendo il bug che consentiva di diventare amministratori. Probabilmente questa vulnerabilità è legata al recente aggiornamento grafico, come ammette lo stesso Krieglstein, ma ciò che stupisce è la tempestività con cui Facebook abbia rimesso tutto a posto in poche ore.

Skype per iPhone la prossima settimana?

Skype è un famoso software proprietario gratuito per la messaggistica istantanea e il VoIP disponibile per Mac, Linux e Windows.

Dall’anno scorso Skype ha incominciato a interessarsi anche al mercato mobile e sono già arrivati sul mercato alcuni cellulari con una versione del programma perfettamente funzionante.

Skype è però uno dei grandi assenti su iPhone, nonostante l’indiscusso successo dello smartphone di Apple.


Fortunatamente, secondo le ultime indiscrezioni che anche Engadget ha raccolto, sembra che le cose stiano per cambiare, ovvero, sembra che Skype sbarcherà su AppStore la prossima settimana.

Per il momento, per connetterci con il nostro account Skype su iPhone, dobbiamo utilizzare Fring o Nimbuzz, software che comunque fanno bene il loro lavoro e, inoltre, nel caso di Nimbuzz permettono di accedere contemporaneamente anche ad altri servizi come AIM, Facebook, ICQ, MSN ecc.

Si spera che questa indiscrezione non sia un antipatico pesce d’aprile, in modo che gli utenti Skype possano finalmente utilizzare un software ufficiale anche in mobilità.

Tagliariol, striptease in club sexy

Il campione azzurro con ballerine nude

Matteo Tagliariol, campione olimpico nella spada ed ex concorrente della Talpa, è tornato single e così si diverte con gli amici. Il settimanale Chi lo ha beccato in un sexy club milanese mentre ballava sul palco in versione spogliarellista, con slip e reggiseno fucsia mentre una ballerina nuda lo accarezzava sul petto. Matteo, che era in compagnia di un amico, si è lasciato coinvolgere nello spettacolo!

Da pochi mesi si è mollato con la fidanzata Annalisa. Lo schermidore si è persino sfogato su Facebook, oltre a piangere come una fontana con gli amici. Ma la ripresa è stata velocissima. Già nei primi giorni di gennaio il campione nella spada individuale a Pechino si era consolato ballando e scatenandosi in discoteca a Milano Marittima con una cubista.

Ora le nuove fotografie lo ritraggono mentre si diverte sul palco con due ballerine in tanga che gli toccano il petto mentre lui indossa un paio di slip e un triangolo rosa. Nelle vesti di spogliarellista l’azzurro si scatena in un club sexy. Dopo la sua partecipazione al reality La Talpa, a Tagliariol piace fare spettacolo.

Caso sexting: autoscatti osè via cellulare tra teenager

Un recente caso giudiziario Pennsylvania ha ufficializzato un fenomeno nato già da qualche tempo, il Sexting. Il termine deriva dall’unione tra sex e texting, riguarda la dilagante moda tra i giovanissimi di mandare o ricevere foto nude o seminude di se stessi o di amici/compagni di classe con tanto di commenti piccanti. E i social network sono l’accelerante che ha dato fuoco al fenomeno.
Non è certo una novità: su Facebook, ma ancora di più sugli altri social network come Badoo, Hi5 e lo stesso MySpace sono centinaia di migliaia i teenagers che pubblicano proprie foto nude o parazialmente svestite ricevendone altre dei propri contatti. Il giro di queste foto sfrutta anche gli MMS con foto piccanti ma mai esplicite e commenti in tono.
Il caso della Pennsylvania è eclatante perché per la prima volta è stato riconosciuto come fenomeno punibile penalmente: tre ragazzine sono state accusate di favoreggiamento alla diffusione di immagini pedo-pornografiche. Erano foto di loro stesse in intimo o al massimo in topless poi diffuse in tutta la scuola: è ovviamente un caso d’esempio di una pratica ormai estesa in tutto il mondo tra i teen. Alla fine (e per fortuna) le tre non andranno in carcere, ma parteciperanno a attività sociali di recupero dove saranno seguite a dovere. Sarà un caso che farà da monito alla nazione, anche se non sarà difficile immaginare che il Sexting continuerà indisturbato.
Il sexting coinvolge molti più ragazzine e ragazzini di quanto si possa pensare, un sondaggio del 2008 parla chiaro: il 20% degli intervistati ha pubblicato proprie foto sexy online e il 39% ha scritto frasi sessualmente esplicite. Ma sono stime in difetto. I sistemi di censura sui social network arrivano spesso troppo tardi e migliaia e migliaia di profili rimangono bellamente online con foto proibite a lungo favorendo l’effetto a cascata.
Facebook sembra un po’ più “serioso” e controllato, d’altra parte è il sito di condivisione foto più grande di Internet . E qualcuno ha già perso il lavoro per foto... compromettenti!

Truffe on-line: incastrato grazie a Facebook. Accade in Italia

La Polizia Postale di Rimini ha denunciato per truffa un 27enne sammarinese, reo di mettere in vendita su Internet computer che regolarmente non venivano consegnati. Con questa tecnica il giovani era riuscito a truffare 13 persone, di varie parti d’Italia e ad incassare una somma di 4mila euro depositati in un conto presso una banca riminese. Che il 27enne era riuscito ad aprire grazie ad una patente contraffatta e ad un falso nome.

Poi attraverso una serie di bonifici il giovane trasferiva i soldi presso il proprio istituto di credito sammarinese. Gli agenti della polizia postale sono arrivati a lui grazie all’inaspettato ausilio di Facebook, i poliziotti partendo dal falso nome e confrontando la foto della patente con l’immagine nel profilo del sito di social network sono riusciti ad identificarlo. I reati contestati sono truffa, sostituzione di persona e uso di atto falso.

Regno Unito: il governo monitorerà i social network?

Il governo britannico propone di monitorare i contatti dei cittadini sui social network, per raggiungere una maggiore efficienza nella lotta al crimine e al terrorismo. La proposta ha sollevato proteste da parte di esponenti politici e dal team Facebook.

Secondo la BBC, il governo britannico sta meditando una proposta che permetterebbe ai suoi membri di monitorare i social network, oltre ad e-mail, chiamate telefoniche e navigazione internet dei cittadini.
Il Ministero degli Interni afferma che la raccolta di informazioni, finalizzata a combattere il crimine ed il terrorismo, riguarderà solo l'elenco dei contatti e non le conversazioni personali degli utenti, preservandone così la privacy.
Un portavoce ha dichiarato che le nuove misure sono necessarie per rimanere al passo con le nuove tecnologie: "la rivoluzione delle comunicazioni nel nostro paese è stata rapida, le nostre modalità di raccolta di dati devono cambiare affinchè le forze investigative possano continuare ad affrontare il terrorismo e raccogliere prove".
Tuttavia, la proposta ha sollevato molte proteste da parte di vari esponenti politici e anche dal team Facebook, che per bocca del privacy officer Chris Kelly ha definito le nuove misure un "annientamento della privacy".

fonte: bitcity

Il codice alla base di Facebook per iPhone diventa open source


L’applicazione per iPhone e iPod touch Facebook è tra le migliori attualmente disponibili in App Store, visto che ripropone le maggiori funzionalità disponibili mediante browser web, in una maniera molto piacevole che sfrutta le peculiarità del dispositivo.

Non è realizzata direttamente da Facebook, ma da Joe Hewitt, che ha deciso in questi giorni di rilasciare il codice sorgente di Three20, la libreria Objective-C da lui realizzata, utilizzata come base per l’applicazione (il nome della libreria è stato scelto per via dei 320 punti di risoluzione orizzontale per lo schermo di iPhone in posizione verticale).

La libreria include una serie di classi utili per implementare funzionalità simili a quelli della sua applicazione, come un visualizzatore di immagini e altre utilità varie.
È liberamente scaricabile dal sito dell’autore, dove sono disponibili maggiori dettagli sulle funzioni contenute.

fonte: megablog

Facebook in ufficio, a rischio dipendenza e tecnostress

Aumentano sempre di più le adesioni ai social network, tra i quali quello più in voga del momento è Facebook. Cresce anche il numero delle aziende che rientrano nella categoria web 2.0, ovvero quelle aziende che utilizzano i nuovi strumenti di comunicazione che il web 2.0 mette a disposizione, come i social media, per collaborare al meglio. Una diffusione tale da essere arrivata ormai anche negli ambienti lavorativi e che, secondo alcuni, potrebbe addirittura portare ad una vera e propria dipendenza.
Il non riuscire a far a meno di accedere a Facebook per condividere amicizie sul web, chiacchierare o scambiare foto neanche in ufficio, tra una pausa di lavoro e l’altra, genererebbe quella che dagli esperti di Information Technology viene definito tecno-stress.

Un uso eccessivo e continuativo di Facebook anche nelle ore di lavoro potrebbero dunque ad un sovraccarico di stanchezza e ansia. Quest’ultima provocata dalla necessità quasi ossessiva di aggiornare continuamente il proprio profilo, aggiungere nuove foto, cercare amici, e così via.
Nonostante i vantaggi che le reti sociali, e più in generale il web 2.0, possono portare alle logiche aziendali, soprattutto per quelle imprese che impiegano personale in diverse sedi in più parti del mondo, sono in molte ad aver deciso di vietare l’utilizzo di social network come Facebook. A spingere le imprese a tale scelta le cattive prestazioni dovute alle continue distrazioni dei dipendenti “tecno-stressati da Facebook”.
Gli esperti di Information Technology, hanno trattato ed esaminato il fenomeno della mania da Facebook al recente forum promosso da Runfortecnostress Network in occasione del Broadband business Forum alla Fiera di Roma, nell’incontro “Tecnostress, Facebook e asset dell’attenzione: le continue interruzioni come rischio d’impresa web 2.0“.
Non mancano però i primi segnali di una presa di coscienza degli utenti di Facebook di come quest’ultimo rischi di diventare una dipendenza stressante: qualche mese fa si è tenuto il primo sciopero da Facebook. L’autore del gruppo Dani Feb ha esortato gli utenti ad astenersi per un giorno dall’accedere al popolare social media per “disintossicarsi”.
Un’iniziativa quella dell’astensione per un giorno dalle tecnologie già promossa in diverse occasioni, come quella dello scorso 21 marzo, in concomitanza con l’arrivo della Primavera: Netdipendenza Onlus ha infatti promosso uninvito collettivo, per tecnostressati e non, a spegnere per un giorno computer e cellulari e respirare, possibilmente trascorrendo una giornata all’aria aperta.

Spionaggio 2.0: L'ombra del Grande Fratello su Facebook in Uk

Il Governo britannico, guidato da Gordon Brown, vuole "spiare" le identità dei profili su Facebook, MySpace e Bebo. Contro il fenomeno delle baby gang e del cyber-terrorismo


La Gran Bretagna oscilla tra la tutela della privacy su Google Street View e lo spionaggio in stile Big Brother sui siti di social network come Facebook, MySpace e Bebo. Succede infatti che il Governo britannico, guidato da Gordon Brown, abbia espresso la voglia di "spiare" le identità dei profili su Facebook, per combattere il fenomeno delle baby gang e quello del cyber-terrorismo.
I circa 25 milioni di utenti del Web 2.0 britannico, dovranno vedersela con un Big brother governativo? Secondo il giornale The Independent, il piano di "spionaggio 2.0" prevederebbe la catalogazione di una gamma di informazioni su ogni telefonata, email, accesso a internet effettuate dal Regno Unito.
Il Grande Fratello Britannico potrebbe quindi presto contare non solo su migliaia di telecamere per la videosorveglianza, ma anche su una sorta di intrusione 2.0.

Lovebook di Simona Sparaco, ne parliamo con l’autrice

Parliamo di “Lovebook - L’amore ai tempi di Facebook” di Simona Sparaco e ne parliamo con la giovane e bella autrice proprio oggi, in occasione della presentazione del libro che si terra’ questa sera alle 18 presso la libreria Libri & Bar Pallotta di Piazzale Ponte Milvio. Il social network Facebook, in Italia frequentato da circa 8 milioni di appassionati, e’ l’ambiente a sfondo della trama. Su Facebook ci si incontra per divertirsi, per ritrovarsi o per cercare un antico amore mai dimenticato. Questo accade alla protagonista di “Lovebook”, Solidea, che vuole ritrovare Edoardo, digitando il suo nome sulla tastiera del PC… cosa le riservera’ il destino? L’autrice, romana, nonostante sia giovanissima, ha preso quasi due lauree, frequentato diversi corsi di scrittura. Attualmente scrive per la televisione sceneggiature per fiction, sit-com e reality show.
Simona, com’e’ nata l’idea di scrivere il libro? Sono stata tre mesi in Sud Africa lavorando come sceneggiatrice al reality di Italia Uno “La Talpa”. Mi occupavo di una parte del programma che mi affascinava molto, la famiglia zulu, una full-immersion nella cultura zulu. Qui ho iniziato a scrivere il romanzo e utilizzavo Facebook per corrispondere con il mondo e gli amici, scoprendo cosi’ di poter dividere con loro l’esperienza indimenticabile in terra africana, pubblicando in tempo reale le fotografie. Ho capito che le distanze si azzeravano. Mi sono fermata a riflettere su come ritrovare su questa piazza virtuale le persone del passato e ho immaginato la storia di Solidea, che come la maggior parte delle persone che conosco, cerca un amore del passato per vedere che fine abbia fatto. Infatti molte persone dopo aver letto il libro, mi scrivono raccontandomi la loro esperienza. Ma “Lovebook” e’una storia d’amore dove Facebook e’uno spunto per parlare del mondo della protagonista che lavora in una cartolibreria, scelta per contrapporre il mondo della carta, delle tradizioni al mondo virtuale del web. Solidea, solare come il suo nome, esce da una storia d’amore devastante durata dieci anni e nella solitudine del momento ripensa all’amore della sua infanzia conosciuto a scuola, molto piu’ grande di lei, irraggiungibile ed idealizzato e mai scordato. Da qui parte il romanzo con suspense, divertimento ed avventure di ogni tipo.

Leggendolo ripensiamo al film “C’e’ posta per te” con Meg Ryan e Tom Hanks. La citazione e’ esatta? Si c’è un rimando anche se la storia e’ diversa, ho voluto omaggiare le commedie che piu’ mi hanno fatto sognare come “Pretty woman” o “Bridget Jones” che per certi aspetti ricorda Solidea. “C’e'posta per te” sicuramente la ricorda di più perche’ ora dalla semplice e-mail si e’ approdati a Facebook. Il modo di relazionarsi e’ cambiato, nel film c’era il virtuale che si contrapponeva al reale.


Secondo te i giovani di oggi che comunicano tra loro tramite sms, Internet e Facebook hanno perso l’amore per la scrittura? No, su “Lovebook” ci sono delle atmosfere che ricordano i romanzi epistolari dell’ottocento. Oggi si scrive di più con abbreviazioni, sigle, per la velocità dei tempi. Dipende dal gusto e dalla sensibilità delle persone. Mi è capitato di leggere bellissimi sms perché tutto ciò che è scritto è sicuramente frutto di una riflessione. In un certo modo la scrittura è diventata il nostro modo principale di comunicare, negli anni ottanta non era così. Nei primi anni del novecento si scrivevano lettere lunghissime, come ora si scrivono interminabili e-mail.

Com’è nata la tua passione per la scrittura e “Lovebook” è il tuo primo romanzo? Ho iniziato a 12 anni scrivendo il diario tutte le sere prima di addormentarmi, come tante ragazzine a quell’età. Poi mi sono accorta che non parlavo di me ma inventavo personaggi. Ho sempre utilizzato la scrittura come evasione dalla realtà, la mia vita entra nei personaggi che creo. “Lovebook” è il libro d’esordio nella grande distribuzione. Per la Casa Editrice Viviani avevo pubblicato “Anime di carta”. “Lovebook” l’ho scritto lo scorso inverno, in due mesi. Il personaggio di Solidea mi ha guidata velocemente.

Un libro è cibo per la mente. Se non sapete cosa donare a voi stessi o ad un amico, regalate cibo per la mente, è un sano nutrimento: “Lovebook - l’amore ai tempi di Facebook” di Simona Sparaco. Edizioni Newton Compton 2009, pp. 240, Euro 9,90.

Alessandra Stoppini per VignaClara

Proposta di controllo per Facebook in Gran Bretagna

Tempi duri per i milioni di utenti britannici di Facebook. Secondo quanto riporta il quotidiano The Independent, sarebbe pronto un piano di controllo per scandagliare le pagine del famoso social network.

Il governo di Londra vorrebbe che le agenzie a esso collegate sottoponessero a severi controlli gli internauti che sbarcano su Facebook, registrandone gli accessi e alcune attività in particolari database.

Il progetto, secondo l’importante testata d’oltremanica, riguarderebbe anche network analoghi, come MySpace e Bebo: il piano prevede la catalogazione di una serie di informazioni su ogni telefonata, e-mail, accesso a internet effettuato dai server del Regno Unito.

Almeno la metà dei cittadini britannici, circa 25 milioni di persone secondo le ultime stime, farebbero uso dei nuovi siti interattivi. L’eventuale applicazione del progetto coinvolgerebbe quindi un numero davvero elevato di persone, e i dubbi sulla legalità di un controllo così capillare sono più che legittimi.

Il baratto totale della privacy per una ipotetica sicurezza (impossibile comunque da garantire in termini assoluti), crea uno stato d’ansia e una percezione di instabilità che certo non giovano ai cittadini-utenti.

Facebook fa “marcia indietro” sulla nuova Home Page

Dopo le numerose proteste degli utenti per il nuovo layout della Home Page, Facebook ha deciso di “aggiustare il tiro” quindi, nei prossimi giorni, verranno implementate nuove modifiche alla piattaforma.
Vediamo quali sono :

Flusso di Notizie
Il nuovo “live stream” di notizie sulla Home Page di Facebook ha così confuso gli utenti che lo staff del social network introdurrà una “refresh” automatico delle notizie stesse, così da renderle davvero in tempo reale.

Tag sulle Foto
Anche le notizie sugli utenti “taggati” nelle foto torneranno finalmente ad essere inserite nel “live stream”, mentre queste tipo di aggiornamenti, con il nuovo layout, sembrava scomparso nel nulla.

Filtri sull Notizie
Facebook migliorerà il sistema di filtri sulle notizie aumentando le possibilità per gli utenti di selezionare, tra quelle che appaiono sullo schermo, le notizie che davvero vogliono vedere e quelle delle quali, invece, non vogliono proprio sentir parlare.

Highlights
La nuova area degli “Highlights”, quella che mostra alcune notizie degli utenti insieme a diverse pubblicità, sarà arricchita dalla possibilità di vedere ancora più notizie relative al giorno in corso, ovvero quest’area sarà aggiornata più spesso.

Richieste
Le richieste da parte degli utenti (amicizie, inviti ad eventi ecc.), torneranno ad essere visualizzate sulla parte destra dello schermo, come nella vecchia versione della Home Page, mentre adesso erano ragguppate in breve nella parte alta della pagina principale, in modo confusionario e quasi invisibile.

In conclusione possiamo dire che, una volta tanto, Facebook ha ascoltato i suoi utenti.
Mentre lo scorso anno le proteste degli iscritti per il nuovo layout del social network passarono inosservate, oggi qualcosa è successo nello staff della piattaforma, evidentemente le proteste sono state davvero troppe !

fonte: mondoinformatico

PEDOFILIA: ESPERTO, CON FACEBOOK C'E' RISCHIO RADDOPPIO CASI

Gli strumenti come Facebook, e piu' in generale le 'reti sociali', rischiano di favorire la pedofilia online, tanto che gli esperti prevedono un possibile raddoppio dei casi. A sottolinearlo e' Mario Salvatori, amministratore delegato di Edipi, che insieme all'Associazione italiana per la sicurezza informatica (Clusit) presso l'Universita' di Milano ha organizzato per oggi il Security Summit, una tre giorni di confronto tra addetti ai lavori. Quello della pedofilia, spiega Salvatori, e' un vero e proprio ''pericolo incombente. In particolare, la preoccupazione che sta emergendo dagli esperti e' che alcuni strumenti di utilizzo comune, tra tutti Facebook, saranno il terreno favorevole per il raddoppiamento almeno di tutti i pericoli legati al mondo dei pedofili, la diffusione di immagini e l'adescamento di minori.
Questo perche' facilitano la scambio di materiale. Inoltre, su Facebook si puo' celare anche la propria identita' nel modo piu' totale, fingere di essere un bambino o una ragazzina e inserirsi in un giro di persone, usando la confidenzialita' che il mezzo offre per avvicinare ragazzini''. Come ogni strumento, pero', e' l'uso che se ne fa a fare la differenza. Cosa fare, quindi, per evitare certi pericoli? ''C'e' tutta un'attivita' di controllo e amministrazione che deve essere svolta dalle famiglie - conclude Salvatori - e dalla scuola, per quanto riguarda la diffusione della consapevolezza. Ancora oggi molti computer di casa sono privi di sistemi di protezione valida, o di 'parental control', strumenti semplici che permettono all'adulto di scegliere di rendere libero l'accesso a determinati siti o di inibirlo, e questa e' la prima cosa da fare''.

ansa.it

Facebook cambia aspetto, gli utenti protestano in massa

Il 94% degli utenti che hanno risposto al sondaggio non gradisce il nuovo layout. Ma Zuckerberg ha deciso di tenere duro.

Dopo quasi due settimane della sua introduzione, la nuova interfaccia di Facebook ancora non piace a nessuno, o quasi: ben il 94% degli utenti che hanno partecipato a un sondaggio accessibile tramite un'applicazione all'interno dello stesso social network la boccia.

Non è la prima volta che i vertici di Facebook modificano il layout del sito scatenando le proteste degli utenti; questa volta, però, anche grazie al successo nel frattempo ottenuto, l'eco si è moltiplicata raggiungendo la stampa generalista che a sua volta ha contribuito ad aumentarne l'effetto.

Gli utenti scontenti, in ogni caso, non hanno proprio tutti i torti: se pure è vero che, statisticamente, ci sarà sempre qualcuno che borbotterà vedendo il proprio sito preferito cambiare grafica, in questo caso la nuova interfaccia sembra proprio essere diventata più confusionaria.

Da un lato, il rinnovato newsfeed pare una "caotica lista della spesa, dove è difficile orientarsi"; dall'altro la possibilità di inserire aggiornamenti in tempo reale avvicina molto Facebook alla piattaforma di microblogging Twitter - il tentativo di acquisto della quale è naufragato lo scorso novembre - disorientando gli utenti storici.

Diversamente da quanto accaduto in seguito alle proteste per il cambio delle condizioni d'uso, Mark Zuckerberg non sembra intenzionato a tenere in conto le lamentele: "Facebook non deve per forza orientarsi secondo le opinioni degli utenti".

Neanche il fondatore di Facebook ha tutti i torti: a dar retta a chi aborrisce i cambiamenti si perde la possibilità di inserire funzioni utili e apportare i miglioramenti necessari. Quando però la quasi totalità degli utenti che ha deciso di sbilanciarsi si oppone (e pare che lo facciano anche gli impiegati stessi del social network), forse il passo è stato davvero falso.

fonte: www.zeusnews.com

Privacy, il Garante: attenti a quel che mettete su Facebook

Garante Privacy: "Attenzione a quello che inserite su Facebook".
Non è la prima volta che Francesco Pizzetti, presidente dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, interviene per mettere in guardia gli utenti di Facebook: poco più di un mese fa aveva già invitato a porre molta attenzione nel condividere informazioni private; ora spiega il perché. Mettere in rete con leggerezza informazioni personali (lavorative, legate al divertimento, perfino goliardiche) espone al rischio che "attraverso i motori di ricerca chiunque, in qualunque momento, possa conoscere queste informazioni: stiamo mettendo in Rete giorno dopo giorno le nostre vite".
Questo è però solo l'inizio: chi condivide parti della propria vita lo fa magari perché, in quel momento, è convinto di quanto sta facendo. Il vero problema è che, qualora in seguito cambiasse idea, non potrebbe più cancellare le informazioni immesse. "Rischiamo di essere la prima generazione destinata a portarsi dietro tutto il proprio passato, poiché l'uso sempre più massiccio della Rete e dei social network rende i dati incancellabili" spiega Pizzetti. Il primo pensiero del Garante è naturalmente rivolto a Facebook, ormai diventato insieme ai fratelli più popolare dell'email e forte di più di 175 milioni di utenti destinati a crescere anche grazie al lancio di due nuove versioni. Il social network più famoso ha infatti annunciato l'apparizione di Facebook anche in lingua araba (parlata da circa 250 milioni di persone) ed ebraica (gli abitanti dello stato d'Israele sono 7 milioni). Creare queste versioni localizzate ha richiesto una quantità di lavoro non banale (entrambe le lingue, per esempio, si scrivono da destra a sinistra) ma tutto ciò permetterà agli utenti dei territori mediorientali di scrivere nella propria lingua madre, allargando così ulteriormente il popolo di Facebook.
Zuckerberg sarà sicuramente contento del successo riscosso dalla propria creatura, ma è ancora il Garante a invitare alla prudenza: "Siamo noi stessi a mettere in Rete continuamente fatti che ci riguardano; la Rete non è un giocattolo e, pur essendo una grande opportunità, dobbiamo essere sempre consapevoli ciò che mettiamo al suo interno vivrà di vita propria e fuggirà al nostro controllo".

europadeidiritti

FOTO DI DEMI MOORE IN SLIP MARITO LA METTE SUL WEB

Finora erano state in stragrande maggioranza persone comuni a postare i propri scatti sexy sui social network. Le star, sempre gelose della propria privacy, non l'avevano mai fatto. Ora la storia cambia. Ashton Kutcher, marito di Demi Moore, ha postato sulla propria pagina di "Twitter", social network concorrente di "Facebook" uno scatto supersexy della sexissima moglie: la fotografia sembra scattata con il telefonino e ritrae il bel fondoschiena della Moore in slip piegata in avanti nell'atto di spogliarsi. Chiosando la bravata con il messaggio: "Shhhh, non ditelo alla mia mogliettina". Una bella rivoluzione, perché a postare lo scatto non è stato un ammiratore della star di "Striptease" malato di voyeurismo, ma suo marito, anch'egli attore. Un po' come se Brad Pitt si improvvisasse paparazzo e si mettesse a scattare foto ad Angelina Jolie nuda e poi le mettesse su un social network.

fonte: leggo

"Pet Society" conquista Facebook

Si chiama così il mondo virtuale di animaletti domestici che ogni giorno attrae migliaia di persone sul social network più in voga in questo momento.

E' una sorta di Tamagotchi formato Facebook quello che ormai sembra aver conquistato buona parte degli utenti presenti sul “libro delle facce”. Inventato dalla Playfish, una delle più grandi compagnie creatrici di social games, “Pet Society” ha riscosso un vero e proprio successo guadagnandosi l'attenzione di tutti, senza distinzione di età.

Chiunque ha la possibilità di creare il suo piccolo amico domestico, sceglierne il sesso e le caratteristiche fisiche e finalmente... iniziare a farlo divertire insieme a tutti i piccoli pets creati dagli amici. Ma ogni animaletto richiede cure e attenzioni continue: deve essere sfamato con i prodotti acquistati al market, lavato e pettinato con le saponette e le spazzole che ha in dotazione all'interno di uno scatolone. Sono le tre bande indicanti la sazietà, la felicità e la pulizia ad indicare ad ogni padrone quale sia lo stato in cui si trova la propria creatura digitale. Grazie alle diverse esperienze a cui ognuno sottoporrà il proprio animaletto (visitare gli amici, acquistare oggetti, giocare, etc.) il livello di coins (la moneta utilizzata nel gioco) aumenterà e il Pet riceverà dei doni per sé e per la propria casa.

Anche i Pets fanno i conti con la realtà
Per poter sopravvivere e assicurarsi sempre più una vita agiata, ogni piccolo animale deve vedersela ogni giorno con il proprio budget, cercare di guadagnare quanti più soldini possibili e, qualora avesse in progetto di fare spese, anche provare a risparmiare. Insomma, per quanto possa essere un gioco, Pet society non dista molto dalla realtà, anzi, grazie alle modifiche che i programmatori apportano settimanalmente al social game, possiamo dire che le si avvicina sempre di più. Quali sono le attività preferite dai Pets? I Pets sono impegnati quotidianamente a fare la spesa all'interno di un supermercato, a sistemare casa acquistando pezzi di arredamento nuovi, ad andare allo stadio a correre e ad intrattenersi a casa di amici giocando a palla, a frisbee o saltando la corda.

Fan Club per i piccoli animaletti
Il successo di questo social game è tale da aver portato molte persone a fondare proprio su Facebook diversi Fan Club per i piccoli quadrupedi. Lo scopo è quello di riunire tutti coloro che, uniti dalla medesima passione, vogliano discutere sul gioco, trovare nuovi pets da aggiungere tra gli amici o semplicemente scambiare gli oggetti acquisiti nel corso del gioco. Così non sarà difficile trovare qualcuno che chieda la nuova poltrona in pelle, in cambio di due piante grasse o l'ultimo abito in vetrina nel negozio di abbigliamento in cambio di un pavimento in legno. La realtà si mescola alla finzione...ma anche questo è il gioco.

fonte

L’altra faccia di Facebook

Scrissi a novembre dell’anno scorso sull’adozione di Facebook come Corporate Intranet da parte di Serena Software e concludevo con la domanda: “Basta la riservatezza per denominare questo gruppo una Corporate Intranet?”, dato che, per essere accettato nel gruppo, è necessario possedere una mail aziendale valida della stessa Serena Software.

A pochi mesi da quell’articolo leggo “Should Facebook Be Your Company’s Intranet?“, che contiene altri particolari sulla vicenda e arrivo così alla risposta, peraltro prevedibile, alla mia domanda: no, assolutamente no. Ci sono però alcuni elementi da trattenere.


E’ evidente che non è possibile impostare un’intranet su Facebook. Innanzitutto non consente tante delle funzioni indispensabili per le attività quotidiane, come la condivisione di documenti; poi, non è una piattaforma su cui poter trasferire i processi operativi interni; da ultimo, non è certo rinomato per la sua sicurezza. Ma volendo creare un “luogo ricreativo” che sia occasione di socializzazione tra le persone, che permetta ad esempio la condivisione di foto scattate in occasione di eventi aziendali, o di raggiungere tutti i dipendenti con un avviso riguardante la vita aziendale, Facebook può rappresentare un’opportunità: a basso costo e alta resa.

Comunque, dicevo, ci sono alcuni elementi da trattenere. Il primo: il social networking cambia la cultura aziendale. Da società di software specializzata sui sistemi mainframe e con un’età media dei dipendenti intorno ai 46 anni, Serena Software ha intrapreso un percorso di rinnovamento per cambiare la percezione delle persone sull’azienda e la percezione del mercato verso l’azienda. Serena Software, usando Facebook, ha evitato l’onere di costruire una sua piattaforma interna per il social networking. In più si è creata una nuova immagine sul mercato ed è diventata un luogo di lavoro appetibile anche per le giovani generazioni: l’ampia diffusione di Facebook garantisce un flusso costante di curriculum di ragazzi desiderosi di far parte di un’azienda così aperta e innovativa.

Il secondo: le informazioni aziendali devono risiedere in un luogo sicuro. Per questo motivo, il gruppo su Facebook funziona da “copertina” che contiene i link a documenti archiviati in un luogo protetto. Per esempio: il Personale pubblica un’informativa su nuovi benefit previdenziali sulla pagina di Facebook e inserisce il link al documento completo, archiviato su un sito protetto da password creato sulla piattaforma HiveLive.

Ogni strumento ha il suo ambito di applicazione e in quello deve restare. Facebook è Facebook; l’intranet è un’altra cosa. Ma è vero che le persone sono più disponibili a collaborare tra loro, se raggiungono un livello di conoscenza più profondo e non legato soltanto alle questioni di lavoro.

fonte: mimulus

Si discute di profilattici e Aids e su Facebook scatta la censura

Si susseguono i casi di contenuti cancellati nel social network più popolare al mondo. L’ultimo riguarda il gruppo Rassegna Stanca, un rotocalco quotidiano che ripubblica le notizie apparse sui media e alimenta il dibattito. E’ stato cancellato

Scatta la censura di Facebook per oscurare la discussione in rete su condom e Aids accesa dalle parole del Pontefice alla vigilia del suo viaggio in Africa. E sul social network alcune migliaia di persone aderiscono a uno sciopero virtuale di tre giorni, che si conclude oggi, per protestare “contro la santa inquisizione e la caccia alle streghe su internet”.

Nel mirino di Facebook è finita la Rana, uno pseudonimo dietro il quale si cela la miniredazione giornalistica del gruppo Rassegna Stanca, un rotocalco quotidiano che ripubblica le notizie apparse sui




media per stimolare la discussione su temi d’attualità. E negli ultimi giorni lo spazio era monopolizzato dal dibattito su profilattici e Aids, con centinaia di commenti.

“Fila tutto liscio finché sulla home page di Rassegna Stanca non viene caricato, sotto il titolo provocatorio Un editoriale ultrasottile, il corsivo apparso in prima pagina sul quotidiano Avvenire di ieri che spiegava e giustificava le parole di Benedetto XVI”, raccontano i curatori. “L’articolo del giornale di ispirazione cattolica è stato ripreso parola per parola, cambiando appunto soltanto il titolo, e ha messo in moto uno scambio di idee appassionato, ma comunque pacato e non offensivo, coinvolgendo tantissimi utenti di Facebook“.

Ma tanto è bastato: di punto in bianco Facebook cancella l’editoriale e tutti i post di commento, avvisando che “questo comportamento può infastidire altri utenti” e - quando la Rana prova a ripubblicarlo - il social network stacca la spina alla redazione, cancella l’account, spiana tutte le altre news con le relative opinioni dei membri del gruppo.
“Abbiamo rimesso in piedi la redazione di Rassegna Stanca - dicono i curatori del gruppo - abbiamo avvertito gli amici della censura e nel giro di poche ore abbiamo ricevuto centinaia di messaggi di solidarietà, anche se ovviamente non siamo in grado di riallacciare i contatti con tutti i 5.000 lettori della nostra rassegna che Fb ci ha tolto. Questa censura, comunque, è gravissima e per questo abbiamo deciso di organizzare tre giorni di sciopero virtuale, sospendendo fino a domenica le pubblicazioni. E’ assurdo che una vicenda commentata da tutti i media internazionali non possa essere discussa su Facebook, in maniera peraltro certo molto laica, ma anche molto corretta”.

Nel comunicato che proclama l’”agitazione sindacale” la redazione segnala che “Rassegna Stanca prova a ripartire: gli piacciono le conversazioni tenute sul web e gli amici che ha trovato su Facebook e che prima non conosceva. Ma Facebook non gli piace più. In questo luogo si creano spontaneamente dei gruppi, si formano delle microcomunità che condividono interessi, passioni o semplice cazzeggio. Tra loro devono poter essere liberi di esprimersi come è proprio di qualsiasi luogo democratico”.

In ogni caso non è certo la prima volta che Facebook banna qualcosa o qualcuno senza dare la minima spiegazione del perché. E’ il caso, sempre in questi giorni, di un video su Emilio Fede in cui alcuni ragazzi chiedono provocatoriamente al direttore del Tg4 cosa pensa della libertà di informazione: il filmato continua a girare in maniera virale su Fb, ma puntualmente viene cancellato ogni volta che compare sul sito. E pochi mesi fa questa prassi di Fb era anche finita in
Parlamento grazie a un’interrogazione presentata dal deputato leghista Matteo Salvini: “‘Ho raccolto centinaia di segnalazioni da parte di persone che sono state disattivate dal più diffuso social network del momento senza uno straccio di motivazione. E posso testimoniare nel mio piccolo che dopo aver allacciato contatti (di amicizia ma anche di lavoro) con oltre 2000 persone sono stato eliminato dalla rete senza
giustificazioni”.

Il problema è proprio questo: le regole di Facebook, genericamente, vietano la pubblicazione di messaggi offensivi, ma poi nei fatti sul social network gira di tutto e nessuno dei responsabili del sito chiarisce cosa è lecito e cosa non lo è. Qualcuno sostiene, addirittura, che ci possa essere un software che analizza i contenuti della rete in modo metodico e automatizzato e interviene quando si ripetono con troppa frequenza alcune parole chiave. Così fosse, la censura colpirebbe un po’ a casaccio, a volte a ragione a volte a torto.

Ecco il post incriminato pubblicato sul gruppo Rassegna Stanca:

Avvenire, il quotidiano di ispirazione cattolica, oggi informa in prima pagina che è “S. Giuseppe, sposo della B. Vergine Maria” e subito sotto ci tiene a chiarire una volta per tutte, in un fine editoriale, cosa voleva dire il papa affermando che “i profilattici aumentano i problemi“.

“Il no della Chiesa all’uso dei preservativi - scrive Francesco D’Agostino - è in realtà un sì alla compiutezza umana dell’atto sessuale. L’uso del preservativi è moralmente problematico, perché toglie alla sessualità umana la pienezza del suo orizzonte, frantumandone l’unitarietà in una molteplicità di aspetti destinati a restare non connessi tra loro…”. Quanto all’Aids, prosegue Avvenire, è “situazione disperata e paradossale quella in cui l’impegno per la vita si pretende che sia affidato a strumenti tecnici così elementari e così fallosi come i profilattici. Bisogna misurare bene le cose…”. Giusto, è un problema di misura!

[fonte: repubblica.it]

TRA GLI AMICI DI FACEBOOK 13 CRIMINALI: LICENZIATO

Un agente di polizia penitenziaria che lavorava al carcere di Leicester, in Gran Bretagna, è stato licenziato perché conosceva troppi criminali. Sembra inverosimile, eppure è vero. Nathan Singh, 27 anni, era stato messo sotto inchiesta perché sospettato di fornire telefonini e altri oggetti proibiti ai carcerati, ma tutto si dissolse in una bolla di sapone: nell'inchiesta però, si scoprì che Singh aveva, tra i suoi amici di Facebook, ben 13 persone con precedenti penali. Uno di loro, il 28enne Tyrone Leadeatt, appariva in una foto con Singh prima di venire condannato a due anni e mezzo per frode. Un altro, il 37enne Mark Simmonds, nel '95 uccise un uomo fuori da un nightclub ed è stato in carcere fino al 2005. Un terzo "amico", Daimi O'Brien, 26 anni, si beccò due anni per rissa, mentre un quarto, Myron Wallace, fu condannato a cinque anni per spaccio di droga e tentato depistaggio delle indagini. "Qualche volta aprivo la mia pagina di Facebook e c'erano delle richieste di amicizia, che spesso accettavo senza controllare - ha detto Nathan - So di essere stato ingenuo, me ne sono accorto ora". "La grande maggioranza del nostro staff è onesta e professionale", ha tenuto a precisare un portavoce del carcere di Leicester, che ha licenziato in tronco Nathan.

Seesmic for Facebook 0.2-Facebook arriva sul desktop, ma assomiglia a Twitter

Seesmic for Facebook è un client per aggiornare il proprio status su Facebook dal desktop, senza dover accedere al sito. Mostra anche gli ultimi “pensieri” degli amici

Vuoi aggiornare il tuo profilo su Facebook. O vuoi seguire gli aggiornamenti dei tuoi amici, e solo quelli. Niente iscrizioni a gruppi, niente eventi, niente discussioni in bacheca. Solo gli status, tuoi e dei tuoi contatti. Seesmic for Facebook è l’applicazione ideale.

È un piccolo client creato con la tecnologia Adobe Air, che si installa nella tray di sistema, ti notifica cambiamenti di status dei tuoi contatti, e ti permette di aggiornare il tuo. Tutto qui. In un certo senso, Seesmic for Facebook trasforma il noto social network in un Twitter. Essenziale e senza distrazioni.

Seesmic for Facebook è ancora in fase beta, e si vede. Non ci sono opzioni di sorta, nemmeno per disabilitare l’avviso sonoro quando arriva un nuovo status. E non è neanche possibile commentare un aggiornamento di un amico. Però Seesmic for Facebook elimina un mucchio di paccottaglia che ruota attorno a questo social network, concentrandosi su quella che è probabilmente la funzionalità più interessante.


Vai al sito ufficiale

Download http://seesmic-for-facebook.softonic.it

Concluso il reality show su Facebook

Gabriele Macciotta, un veterinario di 30 anni di Alghero è stato il vincitore del primo reality on line mai realizzato in Italia, nato da un’idea di Janet Pitarresi e collegato a Facebook.
Si trattava di un real show online, un gioco telematico ambientato all’interno del web, nel quale attraverso si incontravano e confrontavano opinioni e commenti su temi sociali e culturali. Una specie di reality al quale partecipavano concorrenti, opinionisti, pubblico votante e un critico.
Il gioco intendeva creare un modello di partecipazione diretta e di interazione tra i concorrenti e di rendere chiari tutti i risvolti individuali e caratteriali dei concorrenti ai navigatori.
Avevano iniziato l’avventura in 20 concorrenti, tutti italiani, residenti in diverse parti del Paese e del mondo, sfidandosi per otto settimane con video e articoli sui temi dati dagli opinionisti: tra questi Jocelyn, il regista Antonio Serrano, i conduttori radiotv Alessandro Zaccuri e Gianmaurizio Foderaro, il senatore Pdl Achille Totaro e il deputato europeo del Pd Gianni Pittella, i giornalisti Rachele Zinzocchi e Gian Piero Ventura Mazzuca.
Tutti i video sono pubblicati sul gruppo ”Real show’ in Facebook (dove ci sono gran parte dei commenti) e nel sito esterno del reality, nato per la raccolta dei voti.
Il vincitore si è aggiudicato un week end per due persone in una capitale europea. E sono già aperte le iscrizioni alla seconda edizione del reality. Le selezioni sono previste il prossimo ottobre.
Chissà se internet riuscirà ad impedire l’esplosione del trash che abitualmente distingue i reality tv.



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