
Non è certo una novità: su Facebook, ma ancora di più sugli altri social network come Badoo, Hi5 e lo stesso MySpace sono centinaia di migliaia i teenagers che pubblicano proprie foto nude o parazialmente svestite ricevendone altre dei propri contatti. Il giro di queste foto sfrutta anche gli MMS con foto piccanti ma mai esplicite e commenti in tono.
Il caso della Pennsylvania è eclatante perché per la prima volta è stato riconosciuto come fenomeno punibile penalmente: tre ragazzine sono state accusate di favoreggiamento alla diffusione di immagini pedo-pornografiche. Erano foto di loro stesse in intimo o al massimo in topless poi diffuse in tutta la scuola: è ovviamente un caso d’esempio di una pratica ormai estesa in tutto il mondo tra i teen. Alla fine (e per fortuna) le tre non andranno in carcere, ma parteciperanno a attività sociali di recupero dove saranno seguite a dovere. Sarà un caso che farà da monito alla nazione, anche se non sarà difficile immaginare che il Sexting continuerà indisturbato.
Il sexting coinvolge molti più ragazzine e ragazzini di quanto si possa pensare, un sondaggio del 2008 parla chiaro: il 20% degli intervistati ha pubblicato proprie foto sexy online e il 39% ha scritto frasi sessualmente esplicite. Ma sono stime in difetto. I sistemi di censura sui social network arrivano spesso troppo tardi e migliaia e migliaia di profili rimangono bellamente online con foto proibite a lungo favorendo l’effetto a cascata.
Facebook sembra un po’ più “serioso” e controllato, d’altra parte è il sito di condivisione foto più grande di Internet . E qualcuno ha già perso il lavoro per foto... compromettenti!