Simona, com’e’ nata l’idea di scrivere il libro? Sono stata tre mesi in Sud Africa lavorando come sceneggiatrice al reality di Italia Uno “La Talpa”. Mi occupavo di una parte del programma che mi affascinava molto, la famiglia zulu, una full-immersion nella cultura zulu. Qui ho iniziato a scrivere il romanzo e utilizzavo Facebook per corrispondere con il mondo e gli amici, scoprendo cosi’ di poter dividere con loro l’esperienza indimenticabile in terra africana, pubblicando in tempo reale le fotografie. Ho capito che le distanze si azzeravano. Mi sono fermata a riflettere su come ritrovare su questa piazza virtuale le persone del passato e ho immaginato la storia di Solidea, che come la maggior parte delle persone che conosco, cerca un amore del passato per vedere che fine abbia fatto. Infatti molte persone dopo aver letto il libro, mi scrivono raccontandomi la loro esperienza. Ma “Lovebook” e’una storia d’amore dove Facebook e’uno spunto per parlare del mondo della protagonista che lavora in una cartolibreria, scelta per contrapporre il mondo della carta, delle tradizioni al mondo virtuale del web. Solidea, solare come il suo nome, esce da una storia d’amore devastante durata dieci anni e nella solitudine del momento ripensa all’amore della sua infanzia conosciuto a scuola, molto piu’ grande di lei, irraggiungibile ed idealizzato e mai scordato. Da qui parte il romanzo con suspense, divertimento ed avventure di ogni tipo.


Secondo te i giovani di oggi che comunicano tra loro tramite sms, Internet e Facebook hanno perso l’amore per la scrittura? No, su “Lovebook” ci sono delle atmosfere che ricordano i romanzi epistolari dell’ottocento. Oggi si scrive di più con abbreviazioni, sigle, per la velocità dei tempi. Dipende dal gusto e dalla sensibilità delle persone. Mi è capitato di leggere bellissimi sms perché tutto ciò che è scritto è sicuramente frutto di una riflessione. In un certo modo la scrittura è diventata il nostro modo principale di comunicare, negli anni ottanta non era così. Nei primi anni del novecento si scrivevano lettere lunghissime, come ora si scrivono interminabili e-mail.
Com’è nata la tua passione per la scrittura e “Lovebook” è il tuo primo romanzo? Ho iniziato a 12 anni scrivendo il diario tutte le sere prima di addormentarmi, come tante ragazzine a quell’età. Poi mi sono accorta che non parlavo di me ma inventavo personaggi. Ho sempre utilizzato la scrittura come evasione dalla realtà, la mia vita entra nei personaggi che creo. “Lovebook” è il libro d’esordio nella grande distribuzione. Per la Casa Editrice Viviani avevo pubblicato “Anime di carta”. “Lovebook” l’ho scritto lo scorso inverno, in due mesi. Il personaggio di Solidea mi ha guidata velocemente.
Un libro è cibo per la mente. Se non sapete cosa donare a voi stessi o ad un amico, regalate cibo per la mente, è un sano nutrimento: “Lovebook - l’amore ai tempi di Facebook” di Simona Sparaco. Edizioni Newton Compton 2009, pp. 240, Euro 9,90.
Alessandra Stoppini per VignaClara