12 marzo 2009 - Si parla talmente tanto di coppie aperte e tolleranti, amore libero ed eros virtuale, da far passare spesso la gelosia come un anacronismo. E invece, proprio in questi tempi, la pretesa di esclusività sentimentale è tanto attuale da meritarsi un elogio. E proprio un’apologia di questa umanissima passione è stata espressa durante la “Giornata della Gelosia” tenuta in occasione dell'anteprima del film di Roberto Faenza Il caso dell'infedele Klara. Interpretata da Claudio Santamaria e Laura Chiatti, la storia è basata, appunto, sul tormento e il sospetto tipico degli innamorati.
Jealousy Day - Al singolare evento hanno partecipato anche psichiatri, criminologi e scrittori. Fra gli esperti pure l’investigatore privato Elio Petroni che ha testimoniato come si faccia presto a dire che la gelosia sia un sentimento eccessivo. “Non ci sono pazzi o visionari, nel 98% dei casi il geloso ha ragione”, ha affermato Petroni precisando che ''la gelosia dei miei clienti termina non appena c'è la prova del tradimento, una prova che quasi nessuno vuole poi vedere. E se la percentuale di chi sospetta ha ragione, è anche vero che nel 90% dei casi per il colpevole arriva anche il perdono”.
Il sondaggio - Fra le varie iniziative è stata presentata anche una ricerca condotta da Jean Vigo Italia Srl. Un'inchiesta effettuata su 1000 giovani dai 16 ai 21 anni da cui risulta che ben il 65% degli intervistati è geloso, un dato che sale all'80% se si tiene conto solo dell'universo femminile. Comunque per i giovani la gelosia resta un valore del quale non vergognarsi troppo, anzi. Il 63,5% dichiara di averne fatto esperienza e il 48% ha poi precisato che i loro sospetti erano fondati. Per il 39% è il cellulare ad essere controllato, ma vanno forte anche i social network come Myspace e Facebook (22%). Al Nord sono più gelosi che al sud dell'Italia; le donne tradiscono più dei maschi mentre agli uomini va il primato del perdono rispetto alle compagne.
La mappa della gelosia - "Gelosi e contenti", è questo il ritratto degli italiani che emerge dalle ricerche della professoressa Donatella Marazziti, docente presso la Clinica Psichiatrica dell'Università di Pisa. La scienziata italiana finora maggiormente impegnata sul fronte della gelosia dal punto di vista delle neuroscienze ha commentato i dati del sondaggio per Adnkronos.
Mai confessare – “La verità - precisa Marazziti - non bisognerebbe buttarla mai addosso al partner e confessare tanto per liberarsi la coscienza. E' un atteggiamento deleterio che non giova a nessuno, non risolve nulla e peggiora solo le cose". E poi "risultano più gelosi i settentrionali che i meridionali, in quanto questi ultimi hanno meno consapevolezza del problema, ritengono la gelosia un comportamento abituale. Che le donne tradiscano più degli uomini ribalta invece un luogo comune fin qui acclarato”.
Donne gelose - "Dai casi che ho esaminato - prosegue la psichiatra - la gelosia prevale soprattutto nelle donne del sottotipo depressivo, quelle che dicono ad esempio 'sono gelosa perché sono brutta' o del sottotipo ossessivo, che si sentono più insicure. Negli studi provenienti dalla cultura anglosassone, emerge un altro fatto singolare: le donne sono preoccupate soprattutto dalla possibilità di perdere il partner, mentre gli uomini vogliono sapere chi è l'amante e quali sono le sue caratteristiche, anche fisiche, e le sue prestazioni". Quanto ai maschi che perdonerebbero più delle loro compagne, "in genere - sottolinea Marazziti - perdona chi ama veramente l'altro".
Le degenerazioni - A questo comunissimo sentimento la professoressa ha dedicato il saggio E vissero per sempre gelosi e contenti, che analizza le ragioni biologiche per cui esiste la gelosia, i segnali dell'insorgenza, le reazioni biochimiche che innesca, e le degenerazioni patologiche. Impressionanti i numeri delle statistiche: oltre 100 omicidi all'anno, in Italia, sono legati alla gelosia. Almeno sette al giorno, i casi denunciati di aggressioni con lesioni, scatenati dalla gelosia. Il 70 % degli assassinii di donne avvengono per mano del partner, mentre, nel mondo, ogni otto minuti una donna è uccisa.
Evoluzioni storiche - Meglio allora "non negare la gelosia - avvisa Marazziti - ma ascoltarne la voce, valutando quando è necessario seguirne i dettami e quando metterla a tacere. Fino a non molto tempo fa, la gelosia era il corollario necessario dell'amore, lo è sempre stata. Basta guardare i miti greci, le gelosie degli Dei dell'Olimpo o quelle di Jahve. La letteratura occidentale, da Saffo a Shakespeare, da Medea a Tolstoj e Dostoevskij, è intrisa di gelosia. Poi, nel secondo Novecento, la gelosia 'normale' si è erosa, ed è progressivamente scomparsa a vantaggio di quella 'patologica' e del convincimento che nasca da un tipo malato di amore. Da sentimento accettato, con un preciso scopo sociale, la gelosia è ora divenuta "un problema del singolo, una distorsione individuale, che lede un diritto fondamentale nella nostra società, la libertà individuale". Il problema sorge se la libertà di uno lede i sentimenti dell'altro.
Redazione Tiscali